Alèxandros Papadiamandis (1851-1911) nacque a Skiathos, un’isola delle Sporadi Settentrionali, in un ambiente familiare austero, fortemente segnato dalla religione. Dopo aver esordito con poesie e romanzi storici, Papadiamandis si dedicò quasi esclusivamente alla produzione di racconti. Le sue storie sono incentrate sulle vicende quotidiane di personaggi umili, in un contesto che rinvia alle esperienze biografiche del narratore. Papadiamandis è considerato uno degli scrittori greci più significativi della seconda metà dell’Ottocento, grazie alla sua capacità di delineare caratteri e situazioni.
Antonis Samarakis nacque ad Atene nel 1919. Fu funzionario del ministero greco del Lavoro. Debuttò come scrittore con la raccolta di racconti Cercasi speranza (1954). Le sue opere (tre romanzi, quattro sillogi di racconti e due testi autobiografici) hanno conosciuto un grande successo e sono state tradotte in oltre trenta lingue. Ha ricevuto numerose onorificenze sia in patria sia all’estero. Lo sbaglio, la sua opera più significativa, ricevette il Grand Prix de Littérature Policière (1970). Nel 1989 fu nominato ambasciatore di buona volontà dell’UNICEF. Morì ad Atene nel 2003.
Emmanuìl Roidis (Siro, 1836 – Atene, 1904) è tra i protagonisti della rinascita delle lettere greche dell’Ottocento. Nato a Siro nel 1836, da famiglia altolocata e benestante, Emmanuìl Roidis nel 1855 si trasferisce a Berlino dove inizia studi filologici e filosofici, interrotti per motivi di salute. Dal 1859 lo ritroviamo ad Atene, giovane giornalista entusiasta per la cacciata di Re Ottone, e nel 1866 dalla sua penna esce il celebre romanzo satirico La Papessa Giovanna, che gli varrà la scomunica. Seguono anni di vita mondana e intensa attività culturale, ma nel 1873 con un crollo in borsa perde quasi tutto. Direttore della Biblioteca Nazionale a fasi alterne, a seconda dei governi del momento, dal 1885 in poi si schiera apertamente per una lingua più accessibile al popolo, pur continuando a scrivere in katharevousa, la lingua colta. Seguono anni di povertà e la bella casa in centro lascia il posto a una casupola nei vicoli della Plaka. Muore nel 1904 ad Atene, stroncato da un infarto.
Gheorghios Viziinos (1849-1896), uno degli autori più amati della narrativa greca moderna, viene considerato a buon diritto il padre del racconto realistico neoellenico. Le sue storie sono notevoli per l’approfondimento psicologico dei personaggi, il fascino orientale, la grazia dell’ eloquio.
Il poeta Ghiannis Ritsos è nato a Monemvasià nel 1909. Dedito alla poesia fin dalla prima adolescenza, si è accostato, appena diciassettenne, all’ideologia marxista, che ha segnato tutta la sua vita. Provato da drammatiche vicende esistenziali, ma dotato di straordinaria capacità di sopportazione e resistenza, ha sempre lottato per l’affermazione dei principi di uguaglianza e giustizia, e per questo è stato ripetutamente perseguitato dai regimi totalitari, che hanno anche proibito la lettura delle sue opere. Ritsos individua nella poesia lo strumento privilegiato per la comunicazione tra gli uomini: questo spiega l’imponenza della sua opera letteraria (più di 100 raccolte poetiche), che gli ha valso meritati riconoscimenti, tra i quali il Premio Nazionale Greco di Poesia e il Premio Lenin. È morto nel 1990.
Ghiorgos Seferis, nato nel 1900 a Smirne (oggi İzmir) in Asia Minore, si trasferì ad Atene durante l’adolescenza. Dopo aver completato gli studi a Parigi e Londra, abbracciò la carriera diplomatica, che percorse fino ai gradi più alti, compiendo numerosi viaggi in varie parti del mondo.Dedito alla poesia fin dalla prima giovinezza, fu insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1963. Morì ad Atene nel 1971.
Nata ad Algeri, Jeanne Roques-Tesson ha studiato Lettere classiche a Rouen. È stata docente di francese, latino e greco per dieci anni, prima di lasciare la Normandia e trasferirsi in Grecia, dove ha insegnato all’Institut français di Salonicco e di Atene. Collabora come traduttrice con il Centro nazionale greco per il cinema, occupandosi di dialoghi e sceneggiature, in particolare dei film di Theo Angelopoulos. Oltre a guide, articoli e saggi di storia antica e bizantina e di scienze sociali, ha tradotto opere teatrali e romanzi, tra i quali l’emblematico Addio Anatolia di Didò Sotiriou.
Konstantinos P. Kavafis (Alessandria d’Egitto, 29 aprile 1863 – Ivi, 29 aprile 1933) nacque da Petros I. Kavafis e Charìklia Fotiadi. Dopo la morte del padre, nel 1870, la famiglia si trasferì in Inghilterra. Seguirono il ritorno in Egitto nel 1877, un breve soggiorno a Costantinopoli e, nel 1885, il ritorno definitivo ad Alessandria, dove Kavafis trovò un impiego al ministero dei Lavori pubblici. L’esordio poetico avvenne nel 1886. Cinque furono i viaggi all’estero del Poeta, l’ultimo dei quali ad Atene, nel 1932, alla vigilia della morte, sopraggiunta a causa di un tumore alla gola.
Konstantinos Theotokis è una delle figure più rappresentative apparse nel panorama letterario della Grecia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Rampollo di una famiglia aristocratica, nasce a Corfù nel 1872. E autore di una raccolta di racconti, Storie di Corfù (1899-1913), le novelle lunghe L’onore e il denaro (1912), Il condannato (1919), Vita e morte di Karavelas (1920) e il romanzo Gli schiavi nelle catene (1922). Poliglotta, traduce anche nella lingua greca moderna opere della letteratura classica latina e greca (Il De rerum natura di Lucrezio, le Georgiche di Virgilio e la Lisistrata di Aristofane), ma anche testi di Schiller, Goethe, Shakespeare. Fra le ultime sue traduzioni I problemi della filosofia di Bertrand Russell, Madame Bovary e Macbeth. Muore nel 1923 a Corfù, a soli 53 anni.
Kostula Mitropulu nasce al Pireo nel 1933. Studia Giurisprudenza all’Università di Atene, per poi dedicarsi alla scrittura di romanzi, racconti e opere teatrali. Dopo il colpo di stato del 1967, sceglie la via dell’esilio e si trasferisce a Parigi. Autrice prolifica, tradotta in molte lingue, Mitropulu riceve nel 1984 il «Premio Statale di Letteratura» della Repubblica di Grecia, nella sezione racconti. Muore ad Atene nel 2004.
M. Karagatsis (pseudonimo di Dimitris Rodopulos) nacque nel 1908 ad Atene, dove morì nel 1960. Studiò Giurisprudenza a Grenoble e ad Atene. Fu prolifico autore di romanzi, racconti e saggi, in cui temi ancestrali come l’amore, la morte e i sensi incontrano la riflessione sul rapporto tra la Grecia moderna e l’Europa occidentale. Gli sconfinamenti in generi romanzeschi diversi e l’uso disinvolto della psicanalisi, assieme a una rigogliosa vena narrativa, fanno di quest’autore un precursore dell’estetica postmoderna in Grecia. Con un costante successo presso il grande pubblico e gli autori più giovani, Karagatsis è ormai un vero e proprio autore di culto.
Napoleon Lapathiotis nacque ad Atene nel 1888. Si laureò in Legge ma anzichè all’avvocatura, preferì dedicarsi alle lettere. Suoi racconti e poesie apparvero sulle maggiori riviste letterarie dell’epoca. Prese parte come sottotenente di complemento alle guerre balcaniche e nel 1920 trascorse un breve periodo in Egitto, dove conobbe Konstantinos Kavafis. Ridotto in miseria a causa degli abusi e del consumo di sostanze stupefacenti, nel 1944 pose fine alla sua esistenza sparandosi un colpo di pistola.
Pandelìs Prevelakis (Rètimno 1909 -Atene 1986) è considerato uno dei maggiori esponenti della Generazione letteraria degli Anni Trenta. Amico intimo di Nikos Kazantzakis, del quale condivide numerosi aspetti artistici ed esistenziali, Prevelakis fu docente di Storia dell’Arte presso l’Accademia delle Belle arti di Atene, e fu autore di liriche, drammi, saggi e soprattutto romanzi. Protagonista dell’opera narrativa di Prevelakis è soprattutto Creta, isola natale dello scrittore, alla quale, oltre alla Cronaca, è dedicata anche la trilogia Il Cretese, inedita in italiano.
Stratìs Dukas nacque il 6 maggio 1895 a Moschonisia, isola situata tra Lesbo e la costa egea della Turchia, di fronte all’odierna Ayvalık, l’antica Cidonie. Critico d’arte e pittore, fu in prima linea nei drammatici fatti storici che nel 1922 sancirono la fine della grecità microasiatica. Furono proprio questi eventi a segnare profondamente la sua coscienza e a decretarne la fama di scrittore con un’opera interamente ispirata ad essi: con la pubblicazione della Storia di un prigioniero Dukas si impose immediatamente all’attenzione della critica, mantenendo da allora costante il favore del pubblico. Morì ad Atene nel 1986.